Qualcosa su di me

Perché sentiamo il bisogno di viaggiare? Quali sono le ragioni che ci spingono ad intraprendere un viaggio? Perché in alcuni di noi nasce il bisogno di partire mentre per altri no?

Quando rifletto sul perchè viaggio mi trovo di fronte ad una serie di domande quasi sempre non semplici e scontate che spaziano attraverso diversi ambiti (il viaggio legato alla storia dei popoli, alla nostra storia e alla nostra cultura), fino a quelle che considero le caratteristiche del viaggiatore di oggi e nel quale mi identifico che comprendono sia i fattori (emotivi, sociali, cognitivi, motivazionali) sia quelli prettamente turistici (economici, culturali, geografici).

Molte sono le ragioni che mi spingono ad intraprendere un viaggio e queste sono nate in me quando mi sono trovato ad affrontare la mia esperienza di uomo in viaggio nel 1997 vivendo un’esperienza nella Repubblica Centro Africana come volontario.

In me è nata quella voglia di conoscere, il desiderio di scoprire ed imparare non solo attraverso le letture e la tv, ma vivendo esperienze dirette non come spettatore ma come attore protagonista. In ogni mio viaggio aumenta sempre di più il bisogno di conoscere sempre cose nuove, allargare i propri orizzonti. Viaggiare per me significa conoscere gli altri e attraverso gli altri, se stessi.

Io viaggio non per andare da qualche parte, ma per andare.
Viaggio per viaggiare. La gran cosa è muoversi,
sentire più acutamente il prurito della nostra vita,
scendere da questo letto di piume della civiltà
e sentirsi sotto i piedi il granito del globo.

(Robert Louis Stevenson)

Durante un viaggio vivo emozioni e sensazioni che restano impresse nel mio cuore, spesso vengono ricordate nei minimi dettagli soprattutto se condivise con altre persone, e perciò contribuiscono a rafforzare i legami.

Ci sono persone che hanno instaurato dei forti legami di amicizia dopo aver intrapreso un viaggio insieme e che continuano a rimanere legati emotivamente a quell’esperienza anche a distanza di tempo. Ci sono viaggi che cambiano la vita, dove scopri posti in cui avresti sempre voluto abitare e persone con le quali avresti sempre voluto vivere.

C’è il viaggiare senza mai ritornare, come chi si sposta continuamente senza mai trovare un luogo dove metter le radici, dove le mete si susseguono nella ricerca di qualcosa di nuovo.

Due sono le fasi fondamentali del viaggio: la partenza e il ritorno. La partenza, con il carico di aspettative, motivazioni, fantasie, sogni, speranze; il ritorno, l’elaborazione dell’esperienza, la memoria, il piacere del ritorno a casa, il racconto del viaggio. E poi ancora al ritorno si pensa già ad un’altra partenza, un alternarsi continuo tra due desideri apparentemente contrastanti ma che ben si conciliano nello spirito del viaggiatore: da una parte la voglia di muoversi, scoprire, rischiare, sentirsi liberi e dall’altra il desiderio di stabilità, ricerca di sicurezze e di prevedibilità.

Le città sono sempre state come le persone,
esse mostrano le loro diverse personalità al viaggiatore.
A seconda della città e del viaggiatore, può scoccare un amore
reciproco, o un’antipatia, un’amicizia o inimicizia.
Solo attraverso i viaggi possiamo sapere dove c’è qualcosa che
ci appartiene oppure no, dove siamo amati e dove siamo rifiutati.

(Roman Payne)

C’è tanta gente infelice che tuttavia non prende l’iniziativa di cambiare la propria situazione perché è condizionata dalla sicurezza, dal conformismo, dal tradizionalismo, tutte cose che sembrano assicurare la pace dello spirito, ma in realtà per l’animo avventuroso di un uomo non esiste nulla di più devastante di un futuro certo. Il vero nucleo dello spirito vitale di una persona è la passione per l’avventura. La gioia di vivere deriva dall’incontro con nuove esperienze, e quindi non esiste gioia più grande dell’avere un orizzonte in costante cambiamento, del trovarsi ogni giorno sotto un sole nuovo e diverso… (Dal film Into the wild)

 

Il viaggio è lo strumento che rende possibile far convivere queste spinte altrimenti inconciliabili.

Quando il mio prezioso e amato lavoro me lo consente, il mio primo pensiero è pianificare un viaggio, pensare ad un nuovo progetto fotografico, o più semplicemente prendo con me la mia inseparabile “ormai compagna di vita”, macchina fotografica ed esco col desiderio di scoprire qualcosa di nuovo o qualcosa sfuggito in passato, con la voglia di emozionarmi ed emozionare.

 

Come scriveva Richard Avedon: “Se passa un giorno in cui non ho fatto qualcosa legato alla fotografia, è come se avessi trascurato qualcosa di essenziale. È come se mi fossi dimenticato di svegliarmi.”

 

Seguitemi e cercherò ogni giorni di emozionarvi attraverso i miei viaggi, le mie fotografie, i racconti se pur non sono un grande narratore, sui miei blog o semplicemente coi post sui miei profili social.